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Musica ancestrale della Basilicata allo Sponz Fest

La formazione “Acustica” di Viggiano aprirà la manifestazione di Vinicio Capossela

Di: Francesco Russo
La musica ancestrale della tradizione lucana aprirà la settima edizione dello “Sponz Fest”, festival ideato e diretto dal cantautore Vinicio Capossela, che si terrà dal 19 agosto in alta Irpinia, nelle magiche location tra storia e natura in provincia di Avellino, fra Calitri, Cairano, Lacedonia, Sant’Angelo dei Lombardi, Sernechia, Villamaina. Lunedì sera, dopo la presentazione dell’evento da parte di Capossela e della poetessa e archeologa Flaminia Cruciani, ci sarà il primo concerto della Kermesse diventato un appuntamento fisso di mezza estate per il meridione. Sul palco allestito nel centro storico di Villamaina salirà la nuova formazione di musica popolare dal cuore lucano “Acustica-Trasposizioni Acustiche nell’Arpa di Viggiano” il gruppo è formato da Massimo Duino (mandolino), Luca Bersaglieri (chitarra), Marco Massari (percussioni), Vincenzo Arvia (organetto diatonico). “Trasposizioni Acustiche nell’Arpa di Viggiano” - dicono i quattro musicisti operanti in Toscana e provenienti da anni di esperienza e di concerti di musica folk in giro per l’Italia – è un viaggio acustico ancestrale nell’immaginario musicale lucano: il paesaggio sonoro di comunità rurali “in via di estinzione” in cui, attraverso la musica, si celebra “il mito dell’oltre”. Le varietà timbriche e armoniche della musica lucana regalano atmosfere semplici e complesse allo stesso tempo, storicizzando presenti liquidi, ed umanizzando luoghi dell’essere. Intorno al 1600, In questi luoghi della Basilicata, si pronunciarono celebri frasi, diventate “storie sonore” e fiabe (vedi la celebre raccolta di Basile) che ancora riverberano nelle menti di chi le ha ascoltate e lette nel corso della sua infanzia. Le tematiche sottese allo spettacolo sono: l’importanza del riferimento, “la memoria”, il bisogno di “appaesamento” in luoghi dove si arriva per forza, per piacere o perché costretti. L’assenza, l’abbandono dei luoghi, il repertorio dei suonatori Viaggianesi itineranti, le piccole orchestrine stanziali, sono parte di questa sintesi musicale compiuta dai quattro musicisti. Attraverso la musica lucana e i suoi archetipi, ci si immerge in simbologie mnemoniche dalle origini comunitarie condivise. Un’ esperienza in cui la musica e le sue sonorità acustiche, fatte di accurate trasposizioni per chitarra classica, mandolino, chitarra battente, organetto diatonico percussioni e voce, testimoniano che nei pochi elementi che costituiscono ogni origine, sono irrilevanti le differenze che ci caratterizzano. In «Trasposizioni Acustiche Nell’Arpa di Viggiano» la musica si fa viaggio, sogno, partenza, assenza e labirinto dell’esistenza, le parole si perdono tra fiabe, miti, ninne nanne e tarantelle.

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